Nei quadri di Giuseppe Vaccaj così come nelle vecchie fotografie, il litorale tra Pesaro e Fano è ampio e deserto, lontano dalla città e silenzioso. La sabbia dominava formando dune e seguendo il vento, la pioggia e le mareggiate. 

Poi sono arrivati i primi stabilimenti, le prime case. Oggi è sempre molto affascinante, specialmente d’inverno, ma è saturo della presenza dell’uomo, molto meno presente in alto nel monte Ardizio. Lo sviluppo spinto dalla demolizione di porta Fano ha riempito ogni spazio lungo le strade non più bianche e ai piedi del monte ma oggi anche le spiagge libere sono sempre meno, la strada tra Pesaro e Fano è di intenso traffico e d’estate accoglie auto in sosta lungo tutto il tratto,  i locali rumorosi aumentano in modo esponenziale e la strada ciclabile è  a volte anch’essa sovraffollata. 

Ma al di fuori dai periodi più animati, il litorale offre ancora il silenzio, la protezione del monte, la vista della vegetazione spontanea che a questo punto sarebbe davvero auspicabile mantenere senza ulteriori cambiamenti.